7 novembre 2009

Pukers - Born in the U.S.A. (Gel)

Fuori c'è un tempo da schifo e la stanza non è che stia messa meglio. Parliamo allora di una delle cassette più scassate ascoltate negli ultimi mesi. Ci eravamo persi di vista dai tempi di "Beach Cop" uscito per NNF un paio di anni fa, e ascoltare "Born in the U.S.A." è stato come rincontrare una tizia che ti ricordavi fosse più cessa e invece. Come avevi potuto dimenticare quel sorriso meraviglioso, intendo quello disegnato sulla maglietta da cui ora premono delle tette che proprio non ti erano sembrate ai tempi? (Altra ipotesi: due anni fa era ancora minorenne e ora sei in un mare di guai). Dicevamo. I Pukers sono un duo (Andy Spore e Olga Balema) originario dell'Iowa e ora di stanza a Los Angeles, sono adorabili e non finiranno mai in nessuna playlist. Suonano una specie di noise-rock strascicato e improvvisato in cui tutto sembra messo lì a caso e forse lo è davvero. La produzione in bassa fedeltà ve la potete immaginare. Il bello è però che ci costruiscono intorno delle vere canzoni, sia che si ricordino degli Harry Pussy (che restano un costante punto di riferimento, vedi Weed Hound) sia che vadano per conto loro (The Meal is Warm), sia ancora che ci delizino con una cover ubriachissima di Yesterday (Beatles, sì - voglio vederla nella prossima edizione di Guitar Hero, altrochè).
Mi piacerebbe sbilanciarmi un po' di più, citare no wave e qualche nome grosso, alto, per nobilitare i nostri amici Pukers ma in questo caso specifico per una volta sarebbe sviare l'attenzione dalla musica e creare chissà quale aspettative. Questa è purissima musica di merda e va ascoltata come tale, godendosela per chi sa e chi può, pur senza sminuirla troppo perché quest'anno ho ascoltato dischi interi ben peggiori, e non parlo solo di noise. Qui dentro c'è psicosi pura ma anche ironia, a partire dal titolo e dalla copertina rubacchiati al Boss. In una giornata come questa sinceramente non posso chiedere di meglio.

p.s. scrivere a: gel.inquiry@gmail.com