7 febbraio 2009
Sun Araw – Beach Head (2008, Not Not Fun) e polemiche!
Pillaloo entra pure lui, recalcitrante ammaccato e sopravvivente (non si sa ancora per quanto però) nel nuovo anno e nel farlo vi augura in ritardo un buon 2009 di merda (music). Allora, siamo a febbraio ma i dolci sono ancora sullo stomaco e qui si mangia minestrine e frutta fresca per smaltire i chili di troppo accumulati durante queste dannate festività. E cazzo, si parla di austerity, però dalle mie parti i negozi erano pieni come non mai, più degli altri anni, e dire che faceva pure un freddo cane. Vuoi vedere che piangi piangi e poi tutti a strafotter(sen)e il/del prossimo. E facce inebetite che a confronto babbo natale sembra l’uomo più arguto di questo mondo.
Allora? Non si capisce niente. I commercianti poi, tutti a lamentarsi. Ma abbassate la saracinesca una volta per tutte e levatevi dalle palle che non se ne può più dei vostri penosi piagnistei.
E la musica? Questo 2008 è stato un anno molto buono, come il 2007. Ma onestamente non se ne può più (e sono due) di sentir gente lamentarsi.
Sarà da Bach in avanti che c’è sempre qualche pseudoscienziato del cazzo che afferma che la musica del presente non è più come quella del passato, che non si fanno più i dischi di una volta, che è tutta merda (vera) quella del presente etc. Non sarà che la musica evolve (o devolve!?), che i codici cambiano e che semplicemente, da un certo punto in poi, siamo noi a non saper stare al passo perché siamo abituati alle cose vecchie e/o anche perché la vita chiama e non abbiamo più così tanto tempo e voglia di approfondire nuovi discorsi? Macchè, è molto più facile prendersela con i musicanti e dire che non sono bravi come quelli del passato. A tutte queste persone dico: andate un attimino a ‘fanculo li in fondo a destra.
Come dite? Si avete ragione sono patetico, ma un po’ di enfasi anti non so cosa ci sta tutta, hai visto mai che si conquisti qualche lettore che sbraita contro il sistema, si ascolta quei gruppi alternativi alla-concerto-del-primo-maggio e compra qualche merdosa rivista pseudo-alternativa. Si qualche lettore di quel tipo, insomma, ci siamo capiti no?
Di cosa volevo parlarvi? Ah si i Sun Araw. Allora si, beh, non so, quindi…sono sempre loro, quelli di “The Phynx”, recensito qualche mesetto fa su queste sozze pagine. Qui sono meno dronici ma sempre e comunque sfatti, e poi il disco è strano, sembra registrato alle Hawaii, e ci sono suoni bizzarri e buzzurri e ritmiche felpate e chitarre sulfuree e un tipo che canta come un pecorone deficiente e non so cos’altro. Oh beh non rompete i coglioni, procuratevi l’album in un modo o nell’altro e ascoltatevelo per bene che ne vale la pena.
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