20 marzo 2010

Wretched Worst
Steet Fire (Smooth Tapes)
Sickening Ship (Rampart Tapes)

Il bello dei supergruppi è che puoi fare lo sborone e dire chi suonava cosa e in che gruppo (senza contare che con google siamo tutti bravi, ora...) ma in questo caso particolare non ce ne sarebbe particolarmente bisogno. I Wretched Worst infatti sono di Lexington, KY, e per chi gira da queste parti dovrebbe subito suonare un campanellino - o a scelta un feedback lancinante - nella testa. Nonostante tutto da bravi scribacchini annotiamo: innanzitutto Matt Minter alla voce e Daryl Cook/Walter Carson alla chitarra e aggeggi elettronici, il primo ex membro degli Hair Police e il secondo loro collaboratore e con carriera solista avviata; poi Ben Allen alla batteria che, oltre a essere un personaggio del "Circolo Pickwick" di Dickens, suona(va) nei Cadaver in Drag e nei Caves e, infine, Thad Watson al basso che oltre a portare avanti i suoi Kraken Fury ha fatto qualche danno anche nei Warmer Milks.
Fatte le presentazioni non resta che lasciarci dissanguare dalla musica dei Wretched Worst... Immagino che a Lexington si facciano anche cose normali, come andare a comprare il pane o bersi una birra al pub, ma comunque solo dopo essersi trovati in sala prove a massacrare la strumentazione a disposizione. "Street Fire" è un unico pezzo di circa un quarto d'ora fra le urla disarticolate di Miner e l'accozzaglia noise creata dagli altri tre, fra un drumming primitivo e uno scontro a fuoco fra corde di basso/chitarra e deraglianti electronics. Più che a una jam-session sembra di farsi tutto un tunnel a bordo di una macchina che va a pezzi un po' alla volta, magari durante un meritato week-end di relax dopo stressante settimana lavorativa... Questa è sì musica free-form ma ha un peso specifico che gli impedisce di spingersi troppo oltre nella sperimentazione, come se la violenza di fondo, la psicosi, avesse comunque bisogno di qualche punto d'appoggio.
Ancora più morboso "Sickening Ship" dove capita che non si sappia da dove iniziare per tentare un'analisi di qualche tipo. Non è che puoi stare là a cercare di dissezionare i lavori dei singoli quando ti trovi di fronte a una specie di blob, ovviamente minaccioso e deforme. Al di là dell'artwork un po' degli Hair Police ce lo possiamo trovare, non solo quel feeling "qualcosa di terribile sta per accadere e saranno cazzi amari" ma anche qualche inquieta scheggia rumoristica. Non bisogna però insistere troppo con le analogie perché si vede che il gruppo cerca di essere qualcosa di più di un progetto estemporaneo, aprendosi verso registri differenti ma ugualmente dissonanti ed estremi, dal grind allo sludge (ascoltarsi la tortura di Hatred Bound).
Non che sul secondo lato della cassetta le cose migliorino di molto, anzi sono le lente bordate noise a tenere banco, tanto che non ci sono più dubbi che questa "sickening ship" sia destinata a naufragare fra atroci sofferenze. Non so se c'è un testo per l'imponente Two Million Heads e che cosa dica, ma il messaggio è chiaro per tutto l'equipaggio. Gli amatori si godranno lo spettacolo dalla costa.

p.s. chiedere a Rampart e Smooth.