Quattro nomi, quattro paesi e – accidenti! – ben tre continenti e mezzo, dal momento che, si sa, gli inglesi hanno sempre avuto problemi a definirsi europei.
Va bene, da dove cominciare: come forse avrete intuito dal titolo, “Eiste Skilohissia” è un album a – uhm... – quattordici mani se non vado errato, nel senso che almeno un gruppo dovrebbe contare quattro elementi, mentre per gli altri progetti coinvolti vale la definizione di one man act. I nomi in questione sono: Fecalove (Italia), Oubliette (USA), Torturing Nurse (Cina – loro sarebbero i quattro di cui prima) e Mutant Ape (Inghilterra). Vorrei intanto spendere due parole su Oubliette, l’uomo a cui si devono le immagini promozionali del vinile, se di promozione è lecito parlare. Allora, forse qualcuno di voi si sarà imbattuto in un paio di curiose foto, che ritraggono la copertina in bianco&nero del disco (qui in alto a sinistra) in mezzo a zucche e campi coltivati. Ebbene, quella è casa sua, di Oubliette. Perché lui fa il contadino a Clyo, in Georgia, e a quanto pare campa vendendo ortaggi nei mercati ortofrutticoli della zona, attività che incidentalmente gli permette di spendere soldi in pedali, effetti, microfoni a contatto e consueto armamentario harsh. Oubliette deve avere una vera e propria passione per il frutto arancione: anche i suoi tentativi “artistici” (illustrazioni, foto ecc) ritraggono in primo luogo loro: le zucche. Particolare che rende il nostro un po’ più umano, dal momento che, musicalmente, inutile starvi a dire che di rumore puro si tratta, o quasi.
L’album è diviso in due parti, una per lato: sul primo, i quattro collaborano tutti assieme per nove moncherini schizofrenici e incasinati, solo fischi, rasoiate, atroci brandelli pseudoelettronici, sventolate noise e convulsioni a rotta di collo. L’operazione, alla sua maniera, riesce e sa anche essere divertente, nonostante alla resa dei conti sia difficile districarsi tra i vari brani, che un po’ si assomigliano tutti. Certo, a prestare attenzione saltano all’orecchio particolari e differenze anche “importanti”, del genere una voce più urlata sulla traccia 2, una più strozzata sulle tracce 5 e 6, una totalmente assente su tutte la altre. Ma non credo che i diretti interessati si siano preoccupati di sottigliezze simili, quindi giriamo lato e vediamo che succede.
Dall’altra parte del vinile i quattro stanno ognuno per i fatti propri, ciascuno con una traccia a testa. Il contributo a firma Mutant Ape è quello che preferisco, forse perché è l’unico che prevede una qualche forma di “ritmo”, se per ritmo intendiamo l’inevitabile drum machine destinata a sopperire sotto macerie di detriti harsh. La cosa comunque è meno prevedibile di quanto si pensi: gli svolazzi space all’inizio e il ritorno alla quiete finale regalano al brano un respiro che lo fa quasi assomigliare a una (ma sì, diciamolo) canzone.
Oubliette, dal canto suo, gli dà giù di zucca-noise, ovviamente. In effetti si sente che è un contadino: il suo è il brano più rozzo, ignorante e buzzurro dei quattro, oltre che quello registrato peggio. Musicalmente potremmo descriverlo come il suono di un motore ingolfato filtrato da un imbuto di plastica, ecco. Ho un debole per quest’uomo, non so se è chiaro.
Fecalove invece, essendo toscano, è anche il più raffinato. Diciamo che se gli altri prevedono un totale di tre/quattro suoni al massimo, lui sa arrivare a una buona decina tra ronze, fischi, scoregge, balbuzie ed eruzioni varie. È un po’ il John Wiese dell’album, mettiamola così, ma in termini di demenza batte il californiano un 10 a 0 facile.
Per chiudere, i cinesi Torturing Nurse fanno bella mostra di una chitarra che naturalmente è sottoposta a supplizi di tutti i tipi: l’effetto è molto japanoise, roba tipo Solmania nel tritacarne per capirci. Mi riprometto sempre di approfondire la scena di Shangai e dintorni: se il futuro è la Cina, voglio essere preparato.
Copertina made by Tisbor (cioè Fecalove), vinile bianco e parata di stelle transcontinentale. Nei soliti giri ha fatto il botto: facile capire il perché.