5 gennaio 2008

Traum - Raw sense of humor (Brokenresearch, 2007)


E' soprattutto un fatto di estetica, nonchè di geografia e spazio, naturalmente. A dirla tutta la copertina di questo esordio dei Traum, quasi certamente destinato alla vita viziata ma un pò solitaria del figlio unico, rimanda a visioni cimiteriali che diremmo texane (vuoli per l'incipit di Texas Chainsaw Massacre, vuoi per le ben note immagini fornite dalla Corwood Industries per allestire l'artwork del primo tribute-album dedicato a Jandek su etichetta Summersteps). Cionondimeno, come tipico di ogni emissione targata Brokenresearch, l'immaginario è irrimediabilemente midwest. Drammaticamente midwest se mi si passa il termine, e si fa mente locale sul fatto che il rumore del midwest non è poi cosa tanto recente, basti pensare anche solo all'hard-core a firma Negative Approach o anche al post-punk / noise-rock / post-rock dilagante a quelle latitudini tra gli '80 e i '90. Quasi tutti ricorderanno gli Shellac, ma quanti tengono a mente un disco come "Accident" degli Omaha? Album di non particolare ferocia, esempio di quel tentativo antispettacolare di trait d'union post-punk / post-rock che a metà '90 imperversava, eppure memorabile per una copertina tragica e inquietante (che invito a ricercare) pur nel contesto di sonorità algide e scabre, certo, ma non così perturbanti alla fine.
Ecco allora il midwest dell'ineluttabilità della tragedia. Cosa aspettarsi dunque da un gruppo che ha la programmaticità di chiamarsi Traum?
Beh, poco di diverso dalla solita, austera, traballante e fuligginosa estetica Brokenresearch. Come al solito sono della partita i Death Knell, anche titolari dell'etichetta, ossia Hans Buetow (violoncello) e Ben Hall (percussioni), coadiuvati questa volta da Zac Davis, chitarrista leader dei Lambsbread, band dedita all'impossibilità di suonare altro che non sia psichedelia rock desperate che a inizio 2007 inondò, fin quasi ad intasare, il mercato dell'esoterismo weird dei cd-r e della paccottiglia auricolare che tanto ci piace.
Il disco invero di psichedelico ha molto poco, trattandosi di improvvisata abbastanza convenzionale, dai contorni comunque sottili, sinuosi pur nell'inevitabile rimando a prammatiche primitiviste, ma certo caratterizzato da dinamiche piuttosto aperte rispetto al più controllato suono dei Graveyards (la band più celebre del giro midwest-impro, e dunque Brokenresearch). Come lo Spontaneous Music Ensemble costretto a suonare in ristrettezze, tra incidenti stradali, tramonti bruciati, cieli offuscati, whiskey di bassa lega e polvere che si solleva nell'aria.

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