30 gennaio 2008

The RUR L.A. FAUNE Box

Mi tocca ora sdoganare su Pillaloo un altro dei grandi feticci del mefitico MondoWeird. Dopo le cassette e i cdr… i box in edizione limitata. Ruralfaune è una microlabel francese di cdr messa su dal simpatico Bruno Parisse. La grandeur transalpina aleggia anche su queste musiche per pochi intimi e Bruno lo ha già dimostrato assemblando lo scorso anno una tripla compilation chiamata Frannce in combutta con La Belle Dans La Merci (altra micro label…) e manco a dirlo dedicata alla Francia e ai suoi valori (libertè, egalitè e poi non ricordo cosa c’era più…).

Ora l’attenzione di Ruralfaune si sposta dall’altra parte dell’oceano e getta un occhio, un orecchio e anche qualche altra cosa, sulla scena californiana. The Rur L.A. Faune Box è in pratica il gemello americano del box Birth of a New Rural Europe che comprendeva uscite di Valerio Cosi, Sawaadyja e The Reggaee. La tiratura del boxset europeo era di 35 copie, quella di questo californiano di 10 copie in più. Quindi sono 45 esemplari in tutto e basta così. Il packaging è semplice. Bruno è andato nei boschi intorno ad Angers in Francia, li dove abita lui, ha raccolto un sacco di legname e ne ha ricavato una serie di bastoncini di vimini per poi legarli l’uno all’altro. Il boxset europeo era invece fatto con le canne (nel senso proprio di canne da canneti…). Dentro questa confezione naturalistica ci ha infilato i 4 dischi che compongono il boxset e che ora descrivo rapidamente:

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CHANGELING
"Animals in Exile"

Changeling è il nome d’arte (odio l’espressione “moniker”… ma chi diavolo l’avrà tirata fuori dico io…) di Roy Tatum un tale che si dedica a mettere nella sua musica esattamente le cose che piacciono a me: dilatazione, ipnosi, trance, droni d’oltretomba che vanno e vengono, voci di spettri che si lamentano. Animals in Exile è un ottimo disco che miscela tutto questo è ottiene 5 tracce una più dispersa e disperata dell’altra.


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INSANIACS

"Age of Rust"

Gli Insaniacs sono una nuova sigla che unisce Roy dei Changeling di cui sopra e l’indaffaratissimo Britt dei Robedoor. La musica infatti è esattamente l’ibrido che ti aspetti. Assomigliano agli Skaters che jammano con i Robedoor. Ovvero, folate di noise in bassissima fedeltà e rantoli mefitici dall’oltremondo. Un’unica traccia di 28 minuti e i vostri cervelli se ne vanno a passeggio in un mondo in rovina. Da prendere a piccole dosi, ma se state leggendo Pillaloo siete già rovinati di vostro quindi dateci sotto.


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POCAHAUNTED

"Pocahaunted"

Le Pocahaunted… le adorabili pocahontas inquiete. Non faccio mistero della mia passione per queste due sballate. Le ragazze sono carine e quindi hanno spezzato diversi cuori in quel di L.A. Sull’attività della Not Not Fun e dei loro magnifici artwork non dico nulla. Segnalo più che altro che questo loro “self titled” comprende 2 tracce che aspettavano da un anno di essere pubblicate. Roba di archivio quindi e anche un po’ acerba. Non il migliore dei lavori del box ma essendo femmine a loro è toccato il packaging con i colori rosa.


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VxPxC

"I see a Fire in the Distance"

I VxPxC sono un altro ensemble del cazzo che riesce a farsi piacere dal sottoscritto. Sono in tre. Hanno varie ramificazioni… il più attivo è Grant Capes di Phantom Limb, ma qui mi preme più che altro segnalare il lato blues di questa musica da drogati. In questo caso una frasettina di chitarra suonata alla bell’e meglio si stende languida su un panorama alterato fatto di rumori, echi di radio, samples e cazzate di ogni tipo. Brad Rose segnalava la capacità dei tre di usare l’elettronica. A beh..certo… questa musica non musica ha un’innegabile qualità scenografica. Non chiedetemi di distinguere un disco dall’altro… ma datemene ancora, ancora e ancora.

1 commento:

Roberto A. Canella ha detto...

grande! a me è arrivato la settimana scorsa... non mi sono mai sentito così new age in vita mia...