I
Futurians detengono un record, almeno dalle parti di casa mia: sono gli autori del disco peggio registrato tra quelli che mi sono ritrovato tra le mani in anni di frequentazioni fin troppo disinteressate a concetti quali “alta fedeltà”, “qualità del suono”, e altre sottigliezze simili. Trattavasi, a onor della precisione, del nastro uscito un annetto fa per JK Tapes, l’etichetta di Peter Friel su cui – sono sicuro – torneremo a breve. Per quel che mi ricordo non aveva nemmeno un titolo, ma una volta infilato nella piastra quello che ne usciva era una mondezza tale che, tuttora, non sono sicuro si trattasse dell’effettiva sporcizia della registrazione o della cassetta rovinata dalle intemperie. Chissà. Tutto questo per dire che quando Luca della 8mm mi ha dato questo “Untitled Space Junk”, avvertendomi che “sembra registrato col walkman”, non mi sono né allarmato né stupito: i
neozelandesi avevano dalla loro un precedente tale che ero pronto a tutto. Fortunatamente, almeno questa volta, quello che proviene dalle testine un senso ce l’ha, e anzi, ci teniamo tutto sommato dalle parti di un lo-fi disgraziato quanto si vuole, ma in ogni caso perfettamente comprensibile. Forse che Luca Massolin utilizza una marca di cassette migliore di quella di Peter Friel? Forse che i neozelandesi non hanno voluto esagerare in lordume, visto che in fondo, anche in passato, non si sono mai segnalati per estremismi troppo spinti (almeno a che mi ricordi)? Sia come sia, “Untitled Space Junk” è un bel nastro per grezzo garage-rock un po’ psichedelico un po’ “no”, una specie di punk per uomini della pietra sfatti dalle droghe, che tanto piacerebbe ai fan di Magik Markers (i primi) e Teenage Jesus, non fosse altro che per la voce di Beth. Non so con quale formazione si presentino oggi i Futurians, certo che il progetto è sempre stato una specie di supergruppo della scena neozelandese (in mezzo i vari Antony Milton, Stefan Neville, Clayton Noone), anche se, in fondo, di neozelandese il gruppo ha poco, perlomeno se col termine in questione intendiamo le astrazioni free noise che vanno dai Dead C a Birchville Cat Motel. Qui semmai a ripresentarsi è
l’altra Nuova Zelanda, quella semidimenticata degli anni ’80 che pure tanto si spese sia in lerciume che in riscoperte del verbo sixties, il tutto travisato e rigurgitato per allietare le orecchie dei freak-noisers anni 2000. Musica fatta con le budella per le budella, ecco qua.
Tornando a Luca Massolin, quando non è impegnato con le colate dark-laviche (???) dei Nastro Mortal, eccolo che tira fuori il suo lato più etereo, sognante, ma ugualmente – ci mancherebbe – rovinatissimo col progetto Golden Cup. Siamo sempre dalle parti di una drone music in bassa fedeltà, direi quasi cosmico-campestre, tutta giocata su reiterazioni e scampanellii dell’oltretomba, solo che questo è un oltretomba per nulla cupo o orrorifico, risultando anzi piuttosto (ehm…) sereno nel suo dipanarsi all’infinito, anche se su distanze invero abbastanza contenute. Recentemente mi è capitato di riflettere spesso su come questo suono eterno e in fondo già storicizzato – il drone, per capirci – negli ultimi anni si sia saputo reinventare su basi al tempo stesso fedeli alle origini eppure attualizzate in chiave… chiamiamola neoprimitivista, tiè. Il paradosso – temporale innanzitutto – è evidente, eppure è questo un suono che lo senti e lo riconosci al volo, e che nonostante le apparenze non può che venire da questi anni e da queste latitudini. Ascoltate i vortici ascendenti di Panavision e ditemi se in quella pasta sgranata, sibilante, ipnotica e deforme, non sta il meglio di una scena che tra mille difetti e mille capolavori mancati tanto sta dando alle musiche “altre” dei 2000. “That was punk – this is now”, recitava ai tempi una delle mie etichette preferite, e chissà perché lo slogan mi torna in mente proprio adesso.
Citazione d’obbligo per le belle copertine e per il packaging ad hoc. Ma stiamo parlando della 8mm, e questo dovreste saperlo già.
2 commenti:
Intervista a 8mm su foxy digitalis: http://www.digitalisindustries.com/foxyd/features.php?whichlh=71
Nice that a blog gets to review this while artists still wait for their copies and/or any contact from Luca.
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